Dopo aver letto il piano pandemico del Governo Meloni identico a quello che hanno fatto Conte e Draghi durante il COVID19, oggi cominciamo la raccolta di firme su due leggi d’iniziativa popolare indispensabili per tutelare il diritto alla salute degli Italiani, minacciato dagli interessi finanziari delle multinazionali e dai vincoli economici dell’Unione europea.
Vogliamo intervenire con una legge costituzionale per modificare il secondo comma dell’art.32 della Costituzione: dopo l’affermazione fondamentale secondo cui “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario” vogliamo cancellare l’eccezione “se non per disposizione di legge”. In questo modo non sarà più possibile, come è accaduto durante l’emergenza COVID19, imporre con una legge l’obbligo vaccinale che ha colpito la libertà degli Italiani con i vari lockdown e la loro salute con i tanti effetti avversi di vaccini non adeguatamente sperimentati.
Non è un caso che al nostro fianco ci siano oggi tre esponenti del mondo del dissenso che ha combattuto in prima fila contro le imposizioni governative nel periodo pandemico: Giuseppe Lauria, Presidente degli amministratori No green pass, Giuseppe Tritto, Presidente dell‘Accademia Mondiale di Tecnologie Biomediche ed Edoardo Polacco, Presidente dell’Associazione “Sentinelle della Costituzione”.
Se dell’articolo 32 della Costituzione dobbiamo cambiare il secondo comma, vogliamo invece attuare pienamente il primo comma: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo…” diritto oggi messo in discussione da una sanità pubblica lascata andare allo sfascio per aprire la strada ad una privatizzazione generalizzata.
Con la nostra proposta di legge vogliamo ridare un controllo centrale a tutta la sanità oggi frammentata nei feudi della lottizzazione regionale, adeguare ai livelli europei gli stipendi di medici e paramedici e il numero di posti letto, abbattere veramente le liste d’attesa, garantire gli standard tecnici degli esami medici e depenalizzare la responsabilità sanitaria per evitare gli sprechi della “medicina difensiva”.