«Stiamo assistendo alla progressiva chiusura di stabilimenti che operano nei settori delle cosiddette “transizione verde e digitale”. In pieno boom da domanda dei prodotti di questi settori privacata dal PNRR, un’azienda leader del fotovoltaico come la svizzera Meyer Burger chiude i battenti in Germania per riaprirli negli Stati Uniti, dove potrà usufruire degli incentivi fiscali usati dagli USA per sostenere le produzioni della transizione energetica. Stesse sorti per la nostra FOS del gruppo Prysmian a Battipaglia, leader nella produzione della fibra ottica, che chiuderà lasciando 300 lavoratori disoccupati, a causa della concorrenza spietata dei cinesi, mentre l’Italia non protegge le proprie eccellenza nazionali affidando gli appalti ai prodotti di peggior qualità ma meno costosi provenienti dalla Cina. La globalizzazione del libero scambio sta schiacciando gli europei nel conflitto tra il più importante importatore del mondo, gli USA, e il più grande esportatore mercantilista al mondo, ovvero la Cina. In questo scontro la Germania, che ha imposto nella UE un mercato asfittico basato sulle esportazioni, è già stata messa fuori gioco, trascinando gli altri paesi europei nella stagnazione. Questo sta avvenendo grazie al catafalco eurounionista, strutturalmente deflazionista e non in grado di rendere fiscalmente competitivi i paesi europei o di produrre normative a protezione delle politiche industriali nazionali. In tutto questo l’Italia soccombe due volte, essendo anche vittima dell’aggressività economica franco-tedesca all’interno dell’area euro. Si ripropone con urgenza il tema dello smantellamento dell’Unione Europea negli interessi dei popoli e delle economie di questo continente.»
Lo dichiara Gianni Alemanno, Segretario Nazionale del Movimento Indipendenza